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Circe

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info

“Il mito non è una storia inventata, un sapere falso, è una conoscenza diversa, un altro modo di raccontare la storia”

Circe racconta, in forma di affabulazione per canto e voce e attraverso un’accurata drammaturgia musicale, creata in collaborazione con l’arpista Raoul Moretti, l’altra faccia del mito della maga terribile che Ulisse incontra nel suo lungo viaggio di ritorno a casa.
Dramma e commedia, mito e tradizione contadina sono intrecciati in un originale percorso teatrale tra il serio e l’ironico che, attraverso Omero e Pavese, Ibsen, Platone e la commedia popolare, riattraversa uno dei miti fondativi della cultura mediterranea, svelando aspetti nascosti dell’identità occidentale.

 

Scheda spettacolo

Che c’entra Circe con le Sirene? e il Mar Rosso con il pittore Piero della Francesca? Attraverso l’affabulazione e il gioco mimetico del teatro l’attrice suggerisce un’altra percezione della storia e del tempo e insinua il “dubbio” che la nostra “civiltà” abbia dimenticato, lungo la strada del progresso, la preziosa ricchezza della diversità e dell’ “altro”.
L’Odissea ci racconta che Circe, la maga seducente dalla lunga capigliatura e dalla voce suadente, accolse nel suo palazzo, tra le fiere selvagge, in un’isola fuori del tempo e dello spazio, i compagni di Ulisse e l’ingannò con i suoi incantesimi trasformandoli in porci. Soccorso dagli Dei, Ulisse, potrà salvare i suoi compagni, godere dell’amore della maga e ottenere da lei anche l’aiuto per superare altre prove pericolose nel suo lungo viaggio.
Fin qui la versione del mito da parte di Omero nell’Odissea.

Ma, ad uno studio parallelo, la maga astuta e pericolosa che l’eroe incontra nel suo lungo viaggio di ritorno a Itaca,  si rivela, in realtà,  l’antica Dea di una religione scomparsa, legata ai cicli della natura e della rinascita e celebrata nella sacralità del maiale.
E i suoi incantesimi, più che le malie di una fattucchiera, ricordano gli antichi culti mediterranei della dea madre che celebravano la potenza trasformatrice dell’amore come principio vitale.
In viaggio tra mito e contemporaneità lo spettacolo osa sbirciare, così, sotto il velo che ricopre il mistero della seduzione femminile e l’archetipo mediterraneo dell’eroe.
Nella nostra cultura, nei suoi simboli e nelle sue paure, si nascondono, infatti, le tracce di un’antica esperienza, che, in un tempo lontano, non temeva l’incanto amoroso e il gioco della seduzione.
Affiora tra le pieghe del mito, così, la voce di un altro rapporto tra umano e divino, di un’altra visione della vita e del tempo, di un sapere nascosto e dimenticato che offre un punto di vista inaspettato anche sull’oggi.
Sulla scena figure e storie antiche s’intrecciano con il nostro contemporaneo, in un’originale conversazione ammaliante e popolare al tempo stesso.

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