Project

Isabella Carloni

I giorni cattivi

progetto di teatro in carcere

Laboratorio e performance a cura di: Isabella Carloni e Francesca Marchetti
Cortometraggio: Silvia Luciani
Location: Casa circondariale di Torrette di Ancona, il Barcaglione
Scenografie: Frediano Brandetti    
Grafica: Contromano Lab

L’azione scenica è frutto di un laboratorio tenuto alla Casa circondariale di Torrette di Ancona: il Barcaglione. La performance contempla al suo interno un cortometraggio, che non è stato pensato per una visione autonoma, ma ne fa parte integrante.
Il laboratorio in carcere era stato avviato da Francesca Marchetti dell’Ass. Art’O. Dopo una prima fase, il percorso è sfociato in un progetto più specificamente teatrale, nel quale Francesca mi ha coinvolto, per avere un apporto professionale riguardo i linguaggi performativi e giungere ad un’azione scenica con i detenuti, da realizzarsi sia dentro che fuori dal carcere.

Progetto i giorni cattivi di Isabella Carloni

Il testo di riferimento del lavor è il Macbeth di Shakespeare, un testo duro, nero, tragico, che gronda sangue e violenza e mostra un ineluttabile destino: l’innalzarsi fatale del desiderio oltre i limiti dell’umano.

Un testo duro per chi vive una condizione di non libertà. Eppure, come spesso succede con Shakespeare, questo testo risultava anche in qualche modo seducente per la nostra situazione. L’opera racconta, come sappiamo, di un uomo a cui la profezia di un destino di gloria insinua un desiderio ambizioso di potere che, allontanandosi dall’umano per scavalcarne il limite, sfocia in azioni efferate, in un’indicibile violenza e infine nella pazzia, per ricadere nell’umano solo tramite la paura che immobilizza.

Il nostro tuttavia è stato anche un viaggio libero dentro l’opera shakespeariana, che non presuppone una lettura univoca e coerente; un viaggio dove due sono principalmente le traiettorie indagate che si incrociano: il tempo e l’altrove.

La misura del tempo
“A che punto è la notte?” “Quando vi rivedrò? Quando la battaglia sarà perduta e vinta”
Alcune delle espressioni di Shakespeare rimbalzavano nel nostro quotidiano, nello spazio-tempo del carcere e in quello che gli attori detenuti raccontavano, da noi sollecitati, sulla loro misura del tempo, spingendoci a un’indagine profonda del tempo dietro le sbarre e alle sue declinazioni verbali, ai nuovi sensi risvegliati dalle parole pronunciate in uno spazio costretto.

L’altrove
La dimensione di un altrove, che è fuori e nello stesso tempo dentro, che è mistero e rottura, ambiguità e magia è un elemento centrale nell’opera. “Brutto è bello e bello è brutto”: le streghe che così parlano al protagonista, diventano allora, anche per noi, i desideri inespressi, l’infinito mutare delle cose, l’inconscio, il divino, il contro-natura e anche la rottura del patto sociale.

Nell’azione teatrale pochi elementi scenici – creati per noi dallo scenografo Frediano Brandetti – aiutano a segnare un percorso drammaturgico: la sedia-trono, due pugnali di legno che passano di mano in mano, una corona di rame e alcune lettere. Elemento drammaturgico è divenuto anche il cortometraggio realizzato da Silvia Luciani, un’incursione del tempo infinito del carcere dentro il presente d’eccezione rappresentato dall’azione teatrale vissuta dai detenuti, ma anche un estendersi dello spazio interiore sollecitato dalle sbarre che lo delimitano al pari di quello reale.

Nel testo l’arrivo della lettera di Macbeth alla Lady è la condivisione di un desiderio di potenza e l’atto che apre all’inizio dell’azione, scatenando forze incontenibili.
Per glia attori è diventata anche la lettera di un desiderio potente di condivisione, di complicità, di richiesta d’aiuto. la lettera che ognuno di loro ha avuto voglia di scrivere, la lettera del loro desiderio umano troppo umano.
“… il tempo è la tortura più grande, è un peso che grava sulle mie spalle e sulla mia stabilità mentale, i ritmi ripetitivi, le giornate assurdamente vuote ed identiche, minuti ore giorni mesi anni, se ne sente il peso, si sente il peso di ogni settimana che passa, eppure si resiste, ci si sveglia, ci si trascina in giro come zombie sbattendo contro questo cemento sudicio e contro questo ferro freddo che blocca la nostra libertà, ed ingabbiato l’unico modo per poter uscire da qui è con il pensiero, si allena la mente e a poco a poco, giorno dopo giorno ci si libra in aria e si vola al di là di queste grigie mura, dove solo i sogni possono arrivare: i libri mi aiutano così come la scrittura e la fantasia è fondamentale, ma l’ingrediente segreto per questa fuga giornaliera da questo abisso di rimorsi e pensieri logoranti sei te mio piccolo pesce. E’ l’amore che provo per te che mi rende così leggero da potermene volare via con il pensiero…” (Francesco)

Isabella Carloni project

HHA – Here History Around

progetto sight-specific su storia e territorio

Laboratorio e performance a cura di: Isabella Carloni

Il progetto Here History Around, realizzato per l’Associazione Rovine Circolari e la Fondazione Ferretti Castelfidardo, con il contributo della Regione Marche e in collaborazione con il Comune di Castelfidardo e Italia Nostra Castelfidardo, promuove uno speciale connubio tra le arti performative e la storia del territorio, garantendo una formazione ai linguaggi creativi per i giovani adolescenti e una loro più ampia fruizione delle tematiche e dei luoghi storici del territorio.

Cosa
L’arte teatrale e i linguaggi performativi incrociano la Storia grande e le “piccole storie” del Risorgimento italiano nei luoghi che ne sono stati testimoni, come Castelfidardo, luogo della importante battaglia del 1860. Emergono infatti dai documenti presenti sul territorio, ma anche dalle storie tramandate oralmente o depositate nel paesaggio e nei monumenti del luogo, materiali che il sapere storico organizza e tramanda e a partire dai quali il teatro può offrire interessanti punti di vista e un accesso preferenziale e meno duro per le nuove generazioni.

Chi
In occasione del centenario della costruzione del Monumento “Ai vittoriosi di Castelfidardo“,   e dell’anniversario poi della storica battaglia l’ideatrice del progetto Isabella Carloni ha coinvolto un gruppo di giovanissimi del territorio che attraverso una formazione ai linguaggi performativi hanno rielaborato materiali, immagini e racconti  attraverso i linguaggi del teatro, interagendo creativamente con la storia del territorio e creando due azioni sceniche a partire dal Monumento che celebra la Battaglia di Castelfidardo:
C’è stata una battaglia qui! – flash mob e performance scenica (2012)
Riprendiamoci la storia! – azione scenica sight-specific! (2014)