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Inventario delle cose certe

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info

Concerto teatrale per Joyce Lussu

Partitura musicale per voce, clarinetto, violoncello e percussioni

Uno spettacolo musicale e, nello stesso tempo, un concerto teatrale dedicato alla storia e alle idee di una figura eccezionale, moderna e scandalosa come quella di Joyce Lussu, una donna non catalogabile, la cui vita è stata spesa a fianco della dignità e della libertà dei popoli e degli individui, sempre alla ricerca di un pensiero chiaro ed efficace, dove anche la bellezza e la poesia si fanno strumenti politici per una cultura di pace.
Un’opera musicale contemporanea con la regia di Marco Baliani e le originali composizioni di Carlo Boccadoro e Filippo del Corno dei Sentieri Selvaggi di Milano.
Lo spettacolo nasce nelle Marche, dove sono le origini familiari della Lussu e dove lei stessa è tornata ad abitare nell’ultima parte della sua vita. Dopo aver conosciuto e amato la Sardegna di Emilio Lussu, suo compagno di lotte e di vita,  e aver girato il mondo sostenendo molti movimenti di liberazione, tornò infatti nelle Marche, attratta dallo studio delle antiche comunanze locali dei Sibillini, antiche società ugualitarie, dove si conserva il ricordo di un rapporto armonico di umanità e natura e dove la femminilità era il segno della continuità stessa della vita, dell’amore e del rispetto.

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Scheda spettacolo

Inventario delle cose certe” è uno spettacolo musicale e, nello stesso tempo, un concerto teatrale: un evento originale dedicato alla storia e alle idee di una figura eccezionale, moderna e scandalosa come quella di Joyce Lussu.
Parlare di Joyce Lussu significa avvicinarsi alla storia di tutto il ‘900, a una donna non catalogabile, a un turbinio di idee, a una scandalosa e costante provocazione.
Raccontarla a teatro ha reso necessario scegliere, ordinare, elaborare l’immenso materiale storico, poetico, narrativo, politico e antropologico contenuto nei suoi numerosi scritti, fatti di parole essenziali e di efficace comunicazione.
A dare voce a tutto ciò è la vibrante e appassionata interpretazione dell’attrice Isabella Carloni, che mostra qui anche la sua straordinaria versatilità canora. La sua voce, sempre tesa fra canto e parola, ci racconta la vita di Joyce Lussu, spesa a fianco della dignità e della libertà dei popoli e degli individui, sempre alla ricerca di un pensiero chiaro ed efficace.
Le originali composizioni di Carlo Boccadoro e di Filippo Del Corno dei Sentieri Selvaggi di Milano affidano a voce, clarinetto, violoncello e vibrafono un intreccio continuo sonoro e narrativo.
Pur ispirata ai temi e alle parole della Lussu la musica assume anche una autonoma valenza drammaturgica con cui la voce dialoga o duetta, per evocare i suoni rarefatti di un canto eschimese, le note potenti delle scarpette rosse che scuotono ancora i campi di sterminio, le parole antiche e schiette delle sibille incontrate nella terra di Sardegna (patria di Emilio Lussu, compagno di vita di Joyce), o un canto di liberazione dei popoli oppressi.
Il progetto vanta la collaborazione drammaturgia e la regia di Marco Baliani, personalità tra le più originali del panorama teatrale e culturale contemporaneo.
Lo spettacolo nasce nelle Marche (regione a cui Joyce Lussu era molto legata per le sue origini familiari e dove tornò ad abitare nell’ultima parte della sua vita), e le racconta secondo quel rapporto armonico di umanità e natura ancora presente nelle antiche comunanze locali e in tutte quelle società ugualitarie dove la femminilità era, un tempo,  il segno della continuità stessa della vita, dell’amore e del rispetto.

“Inventario delle cose certe” è una sorta di  concerto teatrale: musica e parola, poesia e pensiero procedono infatti intrecciati, richiamandosi reciprocamente. Così la drammaturgia narrativa incontra quella musicale, per elaborare un “inventario” che riparta dall’essenziale.
E’ come concedersi una sospensione per fare il punto, per tornare a ciò che è  “certo”, nel cuore e nel linguaggio, perché “sul certo – diceva Joyce Lussu – non possiamo non capirci”.
La fine delle guerre e la salvaguardia della vita sul pianeta, non c’è altro di essenziale da fare.
Raccontare Joyce Lussu è guardare a tutta la storia del ‘900 e guardarla da un particolare punto di vista, che non invecchia nel tempo, perché guarda all’essenziale, rivelando, anzi, una straordinaria modernità.
Due parole risaltano nella ricchezza spesso provocatrice dei suoi scritti, come una richiesta impellente: cercare di costruire un “pensiero poetante”, un pensiero semplice, diretto ed efficace, che non rinunci alla bellezza.
Questa opera in musica è la nostra risposta artistica e politica.
Nella voce della protagonista e nei suoni dei musicisti respirano parole e canzoni tratte dall’opera della Lussu, in una creazione raffinata e nello stesso tempo semplice e popolare.