Scheda spettacolo
Maria, donna e madre incarnata e presente, appare in un teatro e si lascia interrogare, dalla comunità di attori che l’ha invocata, sul senso ultimo delle cose, sulla propria identità, sui timori e le speranze della comunità.
Questa potente idea drammaturgica, che pone il luogo-teatro come momento d’incontro sociale, offre all’insieme degli spettatori l’emozionante possibilità di interrogarsi sulla sua identità più profonda e sui suoi bisogni umani più intimi.
Attraverso la poesia di uno dei massimi scrittori del dopoguerra, Giovanni Testori, in una lingua italiana potente e semplice, si va dritti al cuore delle nostre radici e della nostra cultura.
Testori affida ad un’indimenticabile voce di Donna antica e, con le parole di Giovanni Paolo II, “radicalmente moderna”, il senso ultimo delle cose in un’indagine che è partecipe testimonianza di appartenenza ad una comunità.
Si tratta del primo lavoro della Compagnia teatrale “Piccolo teatro delle Dolomiti” nata all’interno dell’Associazione Artegiovane.
“Il personaggio di Maria ci conduce nelle zone più misteriose del nostro rapporto con l’amore materno e il femminile; ci guida, tutti, credenti e non credenti, fino alle radici della nostra tradizione e cultura in una “teologia poetica” che sembra materializzare, in teatro, le domande più scandalose e decisive della nostra educazione cristiana. E fa vibrare, con la potenza della sua appassionata parola, le tormentate speranze che, nella nostra società, trovano sempre più raramente spazi di condivisione.
(dalle note di regia di Andrea Renzi)
Produzione: Piccolo Teatro delle Dolomiti in collaborazione con Teatri Uniti
